R per Ribellione: Piloti nati per sfidare le aspettative
Wednesday, 12 June 2019 09:30 GMT
Il WorldSBK è il campionato delle battaglie degli anticonformisti, per coloro che rifiutano di piegarsi o di sottomettersi
Docilità e corsa raramente vanno mano nella mano. La compiacenza non è un'opzione quando si va a 330 km/h con delle moto da oltre 180 chili, ancor meno quando si condividono gli stessi centimetri d’asfalto con uno, due o una dozzina di avversari. E non si tratta solo di condividere: bisogna lottare, rischiare, superare, fuggire. Correre è una rivoluzione! Per riuscirci, soprattutto nel WorldSBK, bisogna sfidare le aspettative e la logica stessa.
Questo è un campionato nato dal desiderio di superarsi, creato da coloro che hanno il cielo come limite. I piloti indipendenti audaci che si battono contro i loro rivali con delle moto di fabbrica, o le wildcards coraggiose che mirano al podio piuttosto che ai punti, i sostituti dell’ultimo minuto che si lanciano in pista non appena scendono dall’aereo. Atleti la cui forza mentale gli permette di superare malattie o dolori tanta è la voglia di passare sotto bandiera a scacchi.
Sono gli stessi piloti che, a sei manche dalla fine della stagione 2019, sono ancora impegnati a battersi. Sono stati tutti messi al tappeto, ma si sono rialzati tutti. Il veterano si è riscoperto un rookie davanti alla sua seconda possibilità di confermarsi inarrestabile. Il pluri campione del mondo, che ha già firmato tanti record, e che non ha più nulla da dimostrare, si lancia alla ricerca del proprio miglioramento. L’outsider, circondato e acclamato dai tifosi durante il suo evento locale, centra un obiettivo irraggiungibile per un centesimo di secondo. Gli idoli di tutti che tornano per un altro ballo in pista al fianco di giovani lupi che cercano di trovare un posto in vetta.
E questa grinta per vincere non è riservata solo alla classe regina del paddock, ma si percepisce in ogni categoria. Basti ricordare l’incredibile rimonta di Randy Krummenacher che da 27° arrivò 2° al traguardo ad Assen nel 2008, o dell’unica vittoria di James Whitham in casa nel 1999, o del più recente trionfo della campionessa del mondo Ana Carrasco nel WorldSSP300. Imporsi nel Supersport significa superare la normalità.
La ribellione è nata e si è sviluppata nel paddock, ad ogni stagione, ad ogni circuito, in ogni secondo. Qui, nulla è mai quello che sembra, tutto può cambiare ad ogni tornata e con ancora sette prove da affrontare, sarebbe rischioso affrettarsi a trarre delle conclusioni.
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