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Analisi tecnica: parliamo di chattering – obiettivo armonia perfetta

Wednesday, 21 July 2021 08:13 GMT

Il telecronista del WorldSBK Steve English analizza l’incubo di ogni pilota: le vibrazioni della moto!

Se entriamo nel box e ascoltiamo un pilota e il suo team nel corso di una sessione senza dubbio li sentiremo parlare del chattering. Si tratta del problema più antico per un pilota dato che ne mina la confidenza. Con la moto che si muove non riesce ad aprire il gas e il problema aumenta mano a mano che si va avanti. Ma cos’è esattamente il chatter? È un disequilibrio armonico creato dalle vibrazioni e dalle sollecitazioni della moto. Il pilota e la moto devono trovarsi in perfetta armonia per correre ma a volte è l’armonia imperfetta delle sollecitazioni che può creare loro dei seri problemi.

COS’È IL CHATTER?

“La parola ‘chatter’ viene usata molto ma molto spesso non è strettamente accurata”, dice l’ex capotecnico in Moto2™ ed esperto tecnico Peter Bom. “Si applica a qualsiasi cosa che sbatta o vibri ma nel suo significato originale il chatter era causato dalla gomma anteriore o posteriore (o entrambe). I miglioramenti apportati nella costruzione della gomma hanno eliminato una gran parte di ciò che eravamo abituati a chiamare chatter. Sembra esserci una varietà di tipi di chatter che ora inizia da una bassa frequenza”.

I piloti devono preoccuparsi anche della durata della gomma e ovviamente in pista fanno tutto quello che possono in questo senso traendo ogni minima parte di performance dalla loro moto. L’unico problema è che la loro moto è una scatola di vibrazioni che ospita un motore a 14.000 giri su un circuito non liscio e con un pilota di 70kg che passa da una parte all’altra. Il pilota dà il massimo per provare ad andare forte. Ma ciò li porta anche nel campo delle oscillazioni. Tanto più a fondo si spinge la gomma tanto più questa scivola e anche quando notiamo uno scivolamento dolce e progressivo si tratta di una sequenza continua di scivolamento e aderenza in curva. Questo weekend ad Assen abbiamo una serie di curve veloci dove vedremo ripetersi tutto ciò giro dopo giro.

Questa sequenza di scivolamento e aderenza crea una vibrazione a una frequenza che si trasmette dalla gomma alla moto e viene attenuata dalle sospensioni sulla moto. Il chatter si svilupperà per il pilota se la frequenza di questa vibrazione coincide con la frequenza dell’intera moto ed entrambe le frequenze amplificheranno l’altra. Tutte queste vibrazioni e movimenti hanno un effetto sulla performance e se non sono gestite correttamente possono compromettere un weekend o anche una stagione. Le gare sono tutte una questione di compromesso. Le moto devono essere rigide ma flessibili. Devono essere permissive ma anche orientate al limite.


NON FACILE DA RISOLVERE

Il chatter è il nemico di questo compromesso e inoltre rappresenta un qualcosa su cui bisogna sempre fare attenzione. Ogni oggetto al mondo ha una frequenza quando viene colpito ma gli strumenti musicali ci danno l’esempio migliore di come si possa condizionare una moto da gara. Toccando la corda di una chitarra rilasci una nota musicale. La chitarra può rilasciare frequenze in un range enorme, approssimativamente 1300 hertz e questo in campo musicale la rende potente come un’arma; lo stesso si può dire in pista per una moto del WorldSBK. Se tocchi a caso delle corde della chitarra sentirai delle differenze tra una nota e quella successiva. Puoi rendertene conto anche perché le vibrazioni stanno alla base del picco della nota. Beethoven era sordo ma riusciva comunque a “sentire” la musica grazie a queste vibrazioni.

Una moto è come uno strumento musicale. Le vibrazioni causate dal motore o dall’ambiente creano le loro note. Per un costruttore la chiave è evitare le frequenze che causano una risonanza pericolosa che condiziona il funzionamento della moto. Si tratta dell’effetto naturale dell’armonia con la loro frequenza amplificata.

“È un po’ come quando ti bagni le dita con cui poi tocchi il bordo di un bicchiere di vino”, continua Bom. “Il bicchiere inizierà a vibrare e questo crea un tono alto e udibile. Sulla moto un pilota può sentire una vibrazione ad alta frequenza nella parte posteriore o nelle sue mani mentre la moto prende un raggio più ampio in curva, cioè – per usare altre parole – va larga”.


TEMPI INTENSI

Ogni oggetto ha delle frequenze di risonanza naturale che possono causare un’amplificazione della frequenza. I ponti e gli edifici sono crollati a causa di questo fenomeno e questo potere distruttivo ha lo stesso effetto su una moto.

“Il chatter si verifica quando c’è una ‘tensione’ relativamente piccola in moto”, spiega Bom. “Spesso parte dopo che il pilota rilascia l’ultima parte di pressione sul freno e scompare appena riapre di nuovo il gas. Quindi soprattutto in quella breve fase. Costa tempo sul giro ma non ti fa cadere”.

Il modo più semplice per risolvere tutto questo in moto? Cambiando la frequenza azionando l’acceleratore o aggiungendo un tocco di freno: “I piloti possono influire su questo fenomeno,” spiega Peter Bom. “Possono mantenere la tensione in moto per più tempo o usando una linea diversa possono fare ancora maggiore differenza. Lo stile di guida può avere una grande importanza, ecco il motivo per cui un pilota come Jorge Lorenzo avrebbe più problemi nel gestire il chatter rispetto a un altro come Casey Stoner”.

Quando suoni la chitarra e ti muovi tra le sue corde stai incrementando la tensione delle corde e lo stesso avviene quando cambi la frequenza della moto aprendo o chiudendo il gas. Su una moto da gara l’obiettivo è spostare il centro di gravità verso il posteriore. Più facile a dirsi che a farsi per un pilota in sella a una moto che si muove sotto di loro a causa delle forze del chatter e che li porta fuori linea. Aprire il gas potrebbe peggiorare ancora di più le cose e causare una caduta. La cura quindi potrebbe essere anche peggiore della malattia. A volte l’opzione migliore consiste semplicemente nell'accettare l’esistenza del chatter e mettere in conto una perdita di tempo.


Come trovare la soluzione nel WorldSBK?

Nell’epoca odierna dell’aerodinamica nel WorldSBK, l’ultima chiave per risolvere i problemi può venire dalle carene delle moto. La fibra ultraleggera in carbonio è fondamentale in termini di prestazioni ma in base a come il vento colpisce la carena questo può avere un grande effetto su quello che succede sulla moto. Quell’aria si muove in modo pulito sulla moto o causa un effetto negativo su un’altra parte? Come si può fare per ridurre gli effetti del chatter? Ci sono molti modi per evitarlo a partire dallo stile di guida e dalla posizione del corpo sulla moto fino alla possibilità per i team di aggiungere del peso a diverse parti delle moto per avere la certezza di eliminare le frequenze da certe parti. Equivale ad adattare il proprio stile per toccare le corde della chitarra. Riducendo la forza infatti le note saranno comunque le stesse ma risulteranno più pulite.

In ogni caso non ci sono certezze: “In termini di soluzioni ho visto tutti i suggerimenti sotto il sole”, dice Peter Bom. "Il problema è che una soluzione potrebbe funzionare oggi ma non domani. Ci sono centinaia di componenti coinvolte. Quello che vuoi. Se ne avessi l’occasione potresti utilizzare una gomma diversa per provare a sfruttarla al meglio. Purtroppo però a volte non hai quel lusso. Una gomma che era sensibile al chatter iniziava sempre a vibrare di più mano a mano che si consumava mentre una nuova andava bene per un po’”. In sintesi un capotecnico si trova in costante lotta per provare a far suonare le note del suo strumento. A volte ciò significa pronunciare delle parole dure nei confronti del pilota ma nella maggior parte dei casi si tratta di trovare un compromesso.

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