Nella prima parte di questa intervista Sara Sanchez (511 Terra&Vita Racing Team) ha parlato degli aspetti tecnici legati al Campionato del Mondo Femminile FIM, dell’adattamento alla Yamaha R7 e dei primi Round della stagione. Nella seconda parte di questa intervista parla invece di aspetti più personali, del suo background e di cosa il WorldWCR rappresenta per il motociclismo in generale. Per leggere la prima parte clicca qui.

AVERE UNA COMPAGNA DI BOX: “Niente lavoro di squadra dato che c‘è poco tempo”

Sanchez ha detto che di solito non c’è lavoro di squadra: “Ho sempre avuto un compagno di box. Al primo anno nel campionato Europeo non lo avevo. Ho corso in un team italiano dove avevo un compagno di box, ma in un’altra categoria. Poi sono arrivata nel mio team attuale dove ho trovato Jessica Howden (Team Trasimeno). L’anno dopo con lo stesso team ho corso nel campionato italiano e come compagna di box nel campionato Europeo avevo Beatriz Neila (Ampito / Pata Prometeon Yamaha). Quest’anno ho Ran e ci troviamo molto bene. Al momento non facciamo lavoro di squadra dato che c’è davvero poco tempo. Se ci fossero 40 minuti di prove, potremmo gestircelo. Ma abbiamo talmente poco tempo… al momento stiamo lavorando ‘liberamente’”.

Sanchez ha parlato nello specifico della sua attuale compagna di squadra, Ran Yochay (511 Terra&Vita Racing Team), mettendo in evidenza la sua capacità di apprendere velocemente anche quei circuiti che non conosce: “Mi ha sorpreso molto dato che a Donington è arrivata quinta o sesta e pensavo che sarebbe arrivata più indietro. Penso sia molto brava ad apprendere un circuito nella prima sessione di prove. Arriva e va più forte di me ma poi io aumento il passo e forse la lascio indietro ma ha una grande capacità nell’apprendere velocemente la pista”.

COSA SIGNIFICA CORRERE NEL WORLDWCR? “La cosa bella è che tutti ti seguono… davvero una bella sensazione”

Sanchez ha tanta esperienza ma per lei questa è la prima volta in un Campionato del Mondo. Ecco come ci si sente a correre nel WorldWCR: “Bellissimo. È bello vedere che la gente ti guarda in TV, ti fa domande ogni giorno… la cosa bella è che tutti ti seguono. È una sensazione davvero bella, tutti ti guardano e ti sostengono. La visibilità è eccezionale”.

Sanchez viaggia da sola e poi in circuito incontra il suo team. Per quanto riguarda famiglia e amici, invece? “Non sono quasi mai venuti alle gare. Da quattro anni corro nel Campionato italiano e viaggio sola. Mi ci sono abituata, non importa. Mi chiedono sempre ‘perché vieni sempre da sola?’, ma per me non è un problema. La mia famiglia e i miei amici magari possono venire una volta all’anno, all’ultima gara della stagione… ma quest’anno vengono in otto o dieci! A Portimao saremo sicuramente un bel gruppetto. A loro piace vedermi correre”.

Sanchez si è resa conto della visibilità che ha il WorldWCR, anche per le atlete che ne fanno parte: “Non mi era mai successo prima. Ora mi chiedono foto, interviste e non ci si ferma mai! Non solo in circuito, ma anche a casa, non faccio che avere email per fare cose e partecipare a eventi. Questo grazie alla visibilità. Il mio lavoro presso Radio Catalogna [come commentatrice per le gare di MotoGP™] è anche grazie a questo, alla visibilità offerta da questo Campionato”.

LA SUA VISIONE DEL CAMPIONATO: “Penso che il WorldWCR può essere quello che vuoi essere!”

Sanchez ha corso in tanti campionati e ha detto la sua sul WorldWCR e sul motociclismo in generale: “Con questo Campionato sicuramente la mia carriera si allungherà. Il WorldWCR mi ha dato la possibilità di tornare nell’elite e forse di restarci per due o tre anni. Continuerò a correre fino a quando mi divertirò. Se avessi la possibilità di fare una wildcard in altre categorie non direi di no, dato che potrei correre contro piloti veloci. Correndo con gli uomini impari tanto, specialmente se hanno più capacità rispetto a te. Al momento sto imparando tanto dalle migliori del WorldWCR dove probabilmente in 15 sono superiori a me. Si tratta di imparare ogni volta che corri”.

La spagnola ha aggiunto: “Ci sono due visioni: quella che dice che il WorldWCR è un Campionato di arrivo e quella che dice che si tratta di un Campionato ‘trampolino’. Penso che possa essere ciò che vuoi essere, può essere l’obiettivo finale per chiunque lo consideri e dovrebbe farlo anche chiunque creda di poter fare di più. Laia Sanz corre con le donne quando vuole correre con le donne e corre con gli uomini quando vuole correre con gli uomini. Penso che tu debba semplicemente valutare cosa vuoi fare e quanto pensi di andare lontano. Ci sono donne che vogliono soltanto correre qui dato che in quel modo hanno le stesse chance e mi sembra giusto che ognuna faccia ciò che vuole. Mi piacerebbe che la porta di questo Campionato restasse aperta, anche se piccola, anche per fare un wildcard da qualche altra parte. Penso sia possibile combinare tutto”.

25 AL VIA, 18 NAZIONALITÀ: “Bello per la crescita in tutte le parti del mondo”

La catalana infine ha parlato delle nazionalità presenti sullo schieramento del WorldWCR: “È bello per la crescita in tutte le parti del mondo. In Israele, ad esempio, senza Ran nessuno guarderebbe le moto. Ci sono persone che non sanno nemmeno dell’esistenza del WorldWCR. È bello che ci siano così tante nazionalità, specialmente in questa prima stagione. Penso si sia raggiunto il numero massimo di nazionalità possibili per portare ovunque questo Campionato. Ovviamente non da tutte le parti c’è lo stesso livello ma è bello vederlo crescere poco a poco. Dal primo al secondo Round i distacchi si sono ridotti e penso continuerà ad accadere. Da Misano a Donington ci sono stati miglioramenti. La cosa più bella è far parte della struttura di un Campionato del Mondo”.

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